Storia
Citera risulta abitata fin dai tempi più antichi, già dall’epoca preistorica. Secondo la mitologia, fu il luogo di nascita della Venere Celeste, una divinità rappresentativa del puro amore platonico.
Nell’antichità, è caratteristico il continuo alternasi delle popolazioni che vi insediarono e si mescolarono con la gente locale, a partire dai Cretesi (Minoici) e dai Fenici, seguiti dagli Micenei, i Laconi, e ad un certo punto anche gli Ateniesi. Nell’ età Ellenistica e Romana l’isola conobbe il declino e venne quasi abbandonata. Devastata dalle incursioni dei pirati durante il periodo bizantino, passò insieme alle altre Isole Ionie sotto la giurisdizione dei Veneziani, subito dopo la decadenza dello stato bizantino nel 1204.
Sebbene Citera si trovi in un luogo strategico particolarmente importante, nelle fonti storiche, il loro riferimento non è tanto frequente. Invece, comincia a diventare sempre più frequente da partire dal XVII secolo quando i veneziani, rendendosi conto del suo valore come custode dell’ingresso al Mar Egeo e come stazione per le navi che viaggiavano dal Mediterraneo orientale verso quello occidentale, chiamarono l’isola “l’occhio di Creta”, “passo di tutto il Levante” e “lanterna di tutto l’Arcipelago”.
Dopo il primo periodo del loro dominio, i Veneziani assegnarono l’amministrazione dell’isola alla famiglia nobile di Marco Venier. Nei quattro secoli che seguirono fino alla caduta della Repubblica di Venezia si svilupparono i rapporti con Monemvasia e Creta.
Dopo essere stata nelle mani dei Francesi, che presero l’isola dai Veneziani, nel 1800 Citera passa a far parte dello stato di nuova costituzione della Repubblica delle Isole Ionie, fino al 1809, quando, per un lungo periodo, venne imposto il dominio inglese, caratterizzato da progetti di sviluppo e da interventi pubblici creativi, ma anche dall’oppressione della popolazione dell’isola. Opere importanti di quel tempo e oggi attrazioni turistiche, sono l’edificio del mercato a Chora (Mercato), il Lazzaretto, i fari a Kapsali, Moudari e Anticitera (1857) e l’Acquedotto a Kapsali, (1827), che per molti anni fu utilizzato per l’approvvigionamento idrico del porto e dell’insediamento. Inoltre, gli inglesi costruirono delle strade importanti in molte parti delle quali ci furono degli edifici che potevano ospitare 2-3 persone e servivano per il riposo dei passanti. La costruzione di strade grandi ha reso necessaria la costruzione anche di ponti, come quello di Katouni, che faceva parte della strada Chora (capitale) -Avlemonas (porto) e altri ponti simili – che si conservano fino ad oggi a Kapsali, a Kalokerines e alla località di Portalami nella gola di Makronas.
Nel 1864, quando le Isole Ioniche furono unite al resto della Grecia, Citera diventa parte integrante dello Stato greco e da allora segue la storia nazionale comune del nostro Paese.
Durante il XX secolo, Citera ha conosciuto una rapida riduzione della sua popolazione, soprattutto negli anni ’60 e ’70, a causa di un intenso flusso migratorio verso l’Australia, ma anche verso Attica.
Nel 1944 Citera fu il primo territorio greco ad essere liberata dall’occupazione tedesca.